Francesco, 16 anni, é stato in cura dai servizi psichiatrici con tranquillanti maggiori (antipsicotici) dall'etá di 11 anni fino all'etá di 15 anni.
I genitori riferiscono un comportamento irrequieto di Francesco giá quando aveva due anni.
Lo incontro nel 2007 e conoscono cosí anche i suoi genitori. Entrambi effettuano una psicoterapia e lo psichiatra che segue il ragazzo me lo invia per il trattamento Psicoterapico individuale del ragazzo.
Francesco non ha alcuna coscienza di malattia, é irrequieto moltissimo nel rapporto a due e tiene in scacco i genitori con ricatti e provocazioni verbali e fisiche affinché lo accontentino in qualsiasi suo capriccio.
Chiama il padre ogni giorno piú volte quando sta a scuola perché non riesce a stare in classe e, pur intelligente. E' seguito con sostegno scolastico per difficoltá dovute a DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITA'.
Rendendomi conto che Francesco non era in grado di sostenere un trattamento di psicoterapia individuale secondo il settino classico , inizio colloqui informali, con lui e i genitori.
Ci conosciamo meglio e sorge l'ipotesi di un sostegno psicoeducativo (compagno adulto) a Francesco a casa , e nonostante all'inizio ci aspettavamo un suo rifiuto il rapporto con Andrea, un bravissimo educatore, ci dá ottimi risultati.
L'obiettivo era quello di permettere a Francesco una relazione continuativa con una persona estranea alla famiglia che lo aiutasse a sbrogliare l'intricata matassa delle sue difese e delle sue paure.
Tale rapporto dura circa 1 anno 2008-2009 e l'obiettivo viene raggiunto a tal punto che si creano le condizioni per la conclusione della terapia farmacologia con psicofarmaci, in accordo con il suo psichiatra.
Il mio intervento é di confronto e supporto alla famiglia e supervisione delle attivitá dell'educatore. Effettuo interventi mensili o bimensili con il ragazzo con non vuole mai venire da me, vedendomi come lo specialista che indica che lui é "matto".
Conclusa la terapia farmacologia Francesco inizia un lungo periodo di chiusura e momento di depressione. Non é piú aggressivo, provocatorio e irrequieto ma non vuole piú andare a scuola né uscire di casa.
Nel 2010 effettuo con Francesco da solo e poi insieme ai genitori 4 colloqui nei quali un giorno dico al ragazzo: "Ma non ti sembra che vuoi sempre nascondere le tua paure, perché non la smetti di comportarti da matto e ti guardi un po' dentro?"
Il ragazzo sorride imbarazzato ma non replica piú di tanto.
Alla fine dell'anno la madre mi chiama e decide di seguire una mia indicazione di alcuni mesi prima di far fare a Francesco una cura omeopatica.
Rivedo il ragazzo e la famiglia dopo tre mesi e Francesco é completamente cambiato: riprenderá la scuola a breve: é dimagrito ed é molto piú calmo e disponibile: la sua capacitá di gestire le sue emozioni e le interazioni con i genitori é completamente cambiata. Anche loro sono piú direttivi e fermi con lui.
Attualmente il ragazzo ha frequentato il liceo linguistico ed é stato promosso senza sostegno alcuno, non effettua alcun tipo di intervento né farmacologico né psicologico.
Guarigione? Sicuramente un miglioramento radicale che sta permettendo al ragazzo di proseguire nel suo sviluppo e recepire gli stimoli positivi che la vita gli dará. In questa fase io mi sono tirata indietro: meglio non interferire con i tentativi di un adolescente di andare verso la normalitá, piuttosto ho consigliato alla famiglia il proseguimento del trattamento omeopatico costituzionale che aveva intrapreso lo scorso anno e che ora non effettua piú.
Specializzata in Neuropsichiatria Infantile c/o La Sapienza Roma
Specializzata in psicoterapia familiare Centro Studi e ricerche per la psicoterapia della coppia e della famiglia
Specializzata in Psicoterapia psicoanalitica Societá Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica
Specializzata in Psichiatria c/o Universitá degli studi di Perugia
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